Il baratto che conviene
Non stiamo parlando del baratto che regolava i mercati ormai migliaia di anni fa, ma si tratta proprio dell’economia odierna e di come, in qualche modo, questa forma di commercio sia riapparsa negli anni. Sono quattro i pilastri fondamentali che permettono il funzionamento di questo meccanismo: le aziende inserzioniste, le aziende che controllano i media, come TV e radio, gli acquirenti, come privati o altre aziende, ed infine gli operatori di cambio merce pubblicitario. Ecco qual è il baratto del XXI secolo: il cambio merce pubblicitario.
La catena di montaggio
Proprio come in una fabbrica che deve costruire una macchina, non si può arrivare al risultato finale saltando i passaggi. Non possiamo avere la nostra bella automobile pronta dal concessionario, se, nella catena di montaggio, la macchina che deve assemblare le portiere non funziona. Così anche il cambio merce pubblicitario è un meccanismo molto preciso, e che quindi necessita del funzionamento di tutte le sue parti, per poter arrivare al risultato. Questo primo tipo di baratto è nato in modo abbastanza spontaneo. Alcune aziende hanno pensato bene di acquistare pubblicità, ma non pagando in denaro sonante, bensì offrendo i beni e servizi che producevano. La prima nazione in cui abbiamo potuto osservare questo fenomeno è stata l’America negli anni ’50, e solo successivamente anche in Italia tra gli anni ’80 e ’90. Chiaramente però, quando le cose si ingrandiscono e si sviluppano, c’è stato il bisogno di enti che si occupassero di regolare questo baratto. Così, con il preciso compito di regolare la logistica di questa pratica economica, sono nati proprio degli operatori specializzati; questi si collocano in mezzo tra chi offre beni e servizi, e chi in cambio concede spazio pubblicitario. Allora perché questi intermediari rendono il baratto più semplice? Con la nascita di questi operatori, le aziende e le concessionarie degli spazi pubblicitari non devono più ricercarsi faticosamente a vicenda, e non sprecano tempo ed energia. Entrambe potranno facilmente trovare un operatore di cambio di merce pubblicitario, e lui farà la ricerca per loro. In altre parole, l’operatore specializzato acquista spazi pubblicitari con denaro dalle concessionarie, e li rivende alle aziende accettando come pagamento beni e servizi. Ma come recupera l’operatore il denaro speso? Ed ecco dunque l’altro pilastro del nostro meccanismo, gli acquirenti. Molti privati o altre aziende sono interessate ad acquistare beni e servizi non per la via tradizionale, e perciò comprano i prodotti dagli operatori specializzati pagando in denaro. Ecco che il cerchio del meccanismo si chiude. L’operatore compra lo spazio pubblicitario, lo baratta con le aziende in cambio di beni e servizi, e poi li rivende agli acquirenti.
Una mano lava l’altra
Chi guadagna da questo scambio e ne esce sconfitto? C’è qualcuno che ci rimette oppure ogni parte riesce a trarne un vantaggio? Ovviamente gli operatori guadagnano perché si fanno pagare il costo del servizio da intermediari che erogano alle varie parti. Vediamo allora come gli altri partecipanti del meccanismo possono trovare dei vantaggi nelloscambio merce pubblicitario. Le aziende inserzioniste che mettono a disposizione i loro beni, ottengono immediatamente un’ importante visibilità sul mercato, e questo senza spendere un centesimo della liquidità aziendale. In questo modo riescono farsi conoscere dai clienti a costo zero, infatti possono scambiare i prodotti rimasti invenduti, senza però essere costrette a sprecarli. Oltre all’aumento di reputazione possono in questo modo offrire omaggi sia a clienti selezionati, sia ai dipendenti sotto forma di benefit. Le aziende media invece hanno tre vantaggi fondamentali: sfruttare gli spazi non ancora venduti, trovare i cosiddetti clienti nascosti e non svendere il loro prodotto. Infatti, succede spesso che le aziende concessionarie della pubblicità, non riescano a trovare abbastanza clienti a cui poter vendere tutti gli spazi a loro disposizione. I famosi cartelli per strada con scritto “Spazio Disponibile”. Cosa succede poi. Non trovando i clienti, queste aziende sono costrette o a sprecare gli spazi pubblicitari, o ad offrirli ad un prezzo minore, svalutando il loro prodotto e rimettendoci anche in reputazione. Grazie a questo sistema di baratto possono ovviare facilmente al problema. L’ultima parte che rimane sono gli acquirenti. Il loro vantaggio è ottenere beni e servizi spesso ad un prezzo più basso a quello in commercio, risparmiando denaro e risorse. I beni che possono acquistare sono veramente di qualsiasi tipo: alimenti, vacanze, viaggi, biglietti, prodotti tecnologici ed altro ancora. Questo sistema di scambio merce pubblicitario permette a tutte le parti di uscire vincitrici, portando vantaggi e possibilità che permettono di risolvere differenti situazioni commerciali.