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Domani sciopero generale: in primo piano scuola e metalmeccanici

Domani, 28 gennaio, nel quadro dello sciopero generale convocato dai COBAS, che hanno esteso a tutti i lavoratori/trici quello convocato dalla FIOM per i metalmeccanici, si svolgeranno 16 manifestazioni regionali e provinciali: a ROMA (P. della Repubblica ore 10), TORINO (Porta Susa ore 9), CAGLIARI (P. Giovanni XXIII ore10), PALERMO (P. Politeama ore 9.30), FIRENZE (P.S.Marco ore 9), NAPOLI (Pomigliano – Circumvesuviana Vecchia, ore 10), SALERNO (Piazza Ferrovia, ore 9.30), GENOVA (P. Caricamento ore 9), TRIESTE (P.della Borsa ore 10), LIVORNO (P.Cavour, ore 9), POTENZA (S. Nicola di Melfi, Fiat-Sata, ore 9.30), BARI (P. Castello, ore 9), PADOVA (Stazione FF.SS, ore 9), LANCIANO (P. Plebiscito, ore 10), TERNI (P.Tacito ore 9), SIRACUSA (itinerante, aziende Priolo, Melilli, Augusta). Esse avranno come protagonisti principali i metalmeccanici, la scuola e l’Università: e saranno in piazza, insieme ai lavoratori del pubblico impiego e del privato, docenti, Ata, ricercatori e studenti medi e universitari, intenzionati, dopo la rivolta di dicembre, a intensificare il conflitto contro il tremendo immiserimento della scuola e dell’Università, programmata da Gelmini-Tremonti e dalla politica scolastica governativa. I metalmeccanici, chiamati allo sciopero da FIOM, COBAS e altri sindacati di base, manifesteranno per rispondere al micidiale attacco che il padronato parassitario e reazionario, guidato dal capo-banda Fiat Marchionne, sta sferrando contro i diritti degli operai. La esaltante risposta dei lavoratori/trici di Mirafiori all’Accordo-Vergogna verrà domani potenziata nelle piazze da un vasto fronte sociale che vuole rovesciare la politica del padronato e del governo, facendo pagare la crisi a chi l’ha provocata e ne ha tratto profitti e non ai settori più disagiati e indifesi della società. Il popolo della scuola pubblica sarà, come oramai da tempo, in prima fila contro la scuola-miseria e l’Università-miseria che il governo sta imponendo con il taglio nella scuola di 140.000 posti di lavoro in tre anni, l’espulsione in massa dei precari, la riduzione di ore di lezione e di materie, l’aumento fino a 35 del numero di alunni per classe, il taglio al sostegno; e nell’Università, con un dirompente taglio di fondi e con l’espulsione di migliaia di ricercatori. Ulteriori attacchi sono stati portati a docenti ed ATA con il blocco dei contratti per un triennio (come in tutto il pubblico impiego), con una perdita media di 2000 euro e con il blocco degli scatti di anzianità, che ruba tra i 30 e i 40.000 euro a testa. E’ poi entrato in vigore nel PI il decreto Brunetta che intende annullare la contrattazione e i diritti sindacali, dando grandi poteri decisionali ai dirigenti, e che ora si vorrebbe imporre anche alla scuola.
Lo sciopero del 28, che vedrà in campo anche i lavoratori della Sanità, delle Poste, del restante Pubblico Impiego, della Telecom e dell’industria, vuole anche evidenziare lo stato miserevole della democrazia sindacale, sottratta da decenni ai COBAS e al sindacalismo di base dal monopolio Cgil-Cisl-Uil. Domani saremo in piazza per battere l’arroganza padronale e governativa, smascherare la finta “opposizione” parlamentare e i sindacati collaborazionisti, riconquistare i posti di lavoro, il reddito, le pensioni, l’istruzione e le altre strutture sociali pubbliche, i beni comuni, i diritti politici, sociali e sindacali.
LA CRISI VA PAGATA DA CHI L’HA PROVOCATA

Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS

Sciopero immigrati

Un giorno senza di noi. Sciopero immigrati.
Centinaia di volontari italiani e stranieri per ripulire le città
oltre 600 classi coinvolte in tutta Italia

“Un giorno senza di loro? Impensabile, anacronistico, grottesco”. Così ha dichiarato Simone Andreotti, del Direttivo nazionale di Legambiente, motivando l’adesione dell’associazione ambientalista alla giornata “Primo Marzo. Un giorno senza di noi – lo sciopero degli stranieri”.

A mobilitarsi, insieme ai volontari di Legambiente e ai rifugiati politici riuniti a Roma, anche moltissime scolaresche impegnate, dal Nord al Sud, in dibattiti e incontri dedicati ai temi della migrazione, perché proprio la scuola deve essere il primo esempio di integrazione, accoglienza e costruzione reale della comunità.

Nelle città a più alto impatto migratorio, i volontari dei circoli di Legambiente insieme alle comunità di migranti si rimboccano letteralmente le maniche per una minuziosa pulizia dalla spazzatura abbandonata nelle aree verdi. Da Milano a Verona, da Napoli a Trento, tante iniziative si svolgeranno in contemporanea oggi per ribadire che i migranti sono parte dell’Italia, non solo per i lavori che svolgono, ma perché rappresentano un pezzo sano della nostra società, contribuendo ogni giorno allo sviluppo del nostro Paese.


“I fatti di Rosarno, gli scandali sulla gestione dei centri di accoglienza, la cultura razzista che si sta diffondendo – spiega Maurizio Gubbiotti, coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente – ci indignano e ci spingono ad impegnarci per una nuova cultura dell’accoglienza e della condivisione che superi i limiti delle politiche sull’immigrazione adottate negli ultimi anni e che tenga conto del fatto che il numero dei migranti continuerà ad aumentare. Ogni anno, a causa dei cambiamenti climatici infatti, oltre 6 milioni di persone diventano profughi ambientali”.

A Roma i volontari di Legambiente insieme a centinaia di rifugiati politici dell’Afghanistan, dell’Eritrea, del Kurdistan, del Togo e della Costa d’Avorio si sono impegnati per ripulire il Parco di Colle Oppio dai rifiuti e dal degrado. Gli incontri tra le classi delle scuole superiori romane e gruppi di immigrati, l’allestimento di una sala da the afgana e di un caffè eritreo in piazza, hanno reso la mattinata anche un momento di festa e amicizia multietnica.

“E’ necessario mettere in campo una politica sull’immigrazione che punti sulla reale integrazione, sui servizi di qualità per fornire strumenti efficaci ai rifugiati e più in generale ai migranti, per garantire la pratica dei propri diritti e dei doveri in modo da garantire a tutti una vita dignitosa, al riparo dai rischi di coinvolgimento da parte della criminalità organizzata”.