Cresce il numero dei nuovi poveri: è allarme

Sempre più famiglie vivono in condizioni di povertà relativa: nel 2010 si parla di 2 milioni e 734 famiglie, ossia 8 milioni 272 individui (il 13% della popolazione). A dirlo sono le stime appena diffuse dall’Istat che ha fatto un quadro generale della situazione. Tuttavia, c’è da dire che l’incidenza della povertà relativa è stabile rispetto al 2009. Ciò significa che la linea di povertà che funge da soglia convenzionale per valutare la percentuale di famiglie e individui poveri è rimasta stabile. La linea di povertà tiene conto della variazione dei prezzi a consumo e della spesa delle singole famiglie, ed è proprio per questo motivo che, generalmente, si sposta di anno in anno. Nel 2010, la linea di povertà relativa è di992,46 euro, ossia 9 euro in più rispetto a quella del 2009 (+1). Le situazioni più gravi si manifestano soprattutto al Sud, e in particolare in Calabria (26,0%), Sicilia (27,0%) e Basilicata (28,3%). Per quel che concerne il Nord e in Centro, invece, si registrano valori più alti: 809,85 e 793,06 euro. Volendo fare un rendiconto più particolareggiato della situazione possiamo dire che Lombardia ed Emilia Romagna sono le regioni con i valori più bassi dell’incidenza di povertà, pari al 4,0% e al 4,5% rispettivamente. Si collocano su valori dell’incidenza di povertà inferiori al 6% l’Umbria, il Piemonte, il Veneto, la Toscana, il Friuli Venezia Giulia e la provincia di Trento.

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